2021
Il Tartufo nero di Bagnoli Irpino: storia, tradizione e valorizzazione.
Continua il viaggio di #comunitàresilienti tra le eccellenze ed i prodotti di nicchia del territorio del GAL I Sentieri del Buon Vivere, per incontrare uno dei protagonisti indiscussi della gastronomia irpina: il Tartufo Nero di Bagnoli Irpino.
Iscritto nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali (P.A.T) della Regione Campania, il Nero di Bagnoli Irpino è presente, nella fascia montana individuata tra gli 800 ed i 1500 mt di altitudine del massiccio dei Picentini, da almeno due secoli e mezzo. Testimonianze storiche ne attestano l’utilizzo fin dai tempi di Carlo III di Borbone.
Grazie al racconto di esperti, produttori e consumatori, conosceremo meglio le tradizioni, gli usi e le possibilità di sviluppo offerte da questo prelibato tuber mesentericum.
2021
L’oro nero dell’Alta Valle del Sele: il Tartufo nero di Colliano.
2021
“Territorio, tradizione, innovazione: storie di giovani imprenditori”
Le storie di chi resta, o di chi torna, sono intrise di sogni e di speranze che, al di là dei luoghi e delle diverse realtà di appartenenza, contribuiscono ad accomunare e ad avvicinare i loro protagonisti.
Mossi dall’orgoglio di portare avanti le tradizioni di famiglia, o dalla soddisfazione di mettere a frutto competenze acquisite altrove, questi giovani e tenaci imprenditori si impegnano costantemente, e non senza difficoltà, per contribuire a creare una comunità viva, accogliente e resiliente per se stessi e per quelli che verranno.
2021
Lavoro e Resilienza: l’esperienza dei tosatori di Ricigliano.
Quella della tosatura, a Ricigliano, è una pratica antica tramandata da generazioni, le stesse che, da secoli, portano avanti la pastorizia e le tradizioni ad essa legate, come la Turniata di San Vito. Una sorta di circolo virtuoso che consente ai vari elementi che compongono il sistema sociale ed economico locale di coesistere e superare il tempo e le difficoltà.
La storia dei suoi tosatori è un esempio di come, di fronte alle avversità, la comunità ed i suoi giovani sono stati capaci di trasformare un problema in una opportunità.
Scegliendo di portare avanti un mestiere antico, espressione di una lunga tradizione familiare e di un know-how consolidato e non disperso nella memoria, questi ragazzi hanno vinto una partita importante contro la mancanza di opportunità lavorative, contro la necessità di dover andare via, contro l’abbandono e lo spopolamento delle aree interne. E non solo. Attraverso l’innovazione tecnologica ed il miglioramento delle competenze, hanno la possibilità di offrire servizi qualificati ed a costi competitivi, che consentono ad un settore importante dell’economia locale, il comparto zootecnico ovicaprino, di continuare ad esistere ed operare.
L’auspicio è che, come avvenuto per la pratica della tosatura, anche la lana, prodotto finale di questo processo possa, presto, svestirsi dei panni di rifiuto speciale, per diventare essa stessa opportunità di sviluppo e di crescita, innescando nuovi meccanismi di resilienza per l’intera comunità.